Prefazione al volume (in) certe stanze



Respirare le storie
di Carlo Lucarelli


C’è una differenza fondamentale tra lo scrivere un racconto o un romanzo che non sta soltanto nel fatto che uno è più corto dell’altro. Non è una questione di spazio, di lunghezza e numero di parole, quanto proprio di respiro. È come per i cento metri piani o per la maratona, non sono soltanto i metri e i chilometri a fare la differenza, è diversa la respirazione che ci vuole per coprirli, sono diversi i muscoli, anche la posizione del corpo nel correre è diversa. Credo che sia la stessa cosa per il fumetto e quello che chiamiamo graphic novel. Per il racconto a fumetti, anche quelli seriali, che si snodano in decine di numeri, e il romanzo a fumetti, che si impone a chi legge con un respiro diverso, più lento e completo, che non è dato soltanto dal numero delle pagine o delle vignette. È una questione di tempo e non di spazio, il tempo che si rallenta come nella maratona e permette di assaporare con l’intensità evocativa della concentrazione tutto il paesaggio che scorre attorno.
Il fumetto, il raccontare una storia attraverso disegni e parole disposti sulla pagina secondo un senso grafico e narrativo, ce l’ha nel suo dna questa complessità evocativa.
Si può rimanere a fissare una vignetta e lasciare che si allarghi nell’immaginazione, che si muova dentro la testa mentre risuonano le parole dei balloon e delle didascalie, ed è qualcosa di diverso – forse di più – di quello che succede con un romanzo o con un film. Le vignette non sono solo inquadrature, campi e contro campi, sequenze, come i balloon non sono soltanto parole scritte, anche se tutte e due devono molto a cinema e letteratura.
È proprio il tempo che è diverso. Qui, per esempio, in (in)certe stanze, nel suo incipit che è davvero, letteralmente, un film proiettato al cinema, sono rimasto a lungo a guardare lo «stacco di gambe» della ragazza notata da Leone, dopo averla notata anch’io con la coda dell’occhio sullo sfondo delle vignette precedenti e averla vista precisarsi nei tratti, scena dopo scena, sotto il suono dei pensieri di Leone. Sono rimasto lì a guardale le gambe, a lungo, e quando sono passato oltre, la «bestia famelica» si è presentata all’improvviso in tutta la sua forza. Lo so che sono oscuro, ma l’immagine fa parte della trama, anche se è soltanto l’inizio, e io sono un giallista e mai e poi mai, neanche sotto tortura, rivelerei un colpo di scena.
Bene, (in)certe stanze è così, un romanzo a fumetti dall’andamento misterioso e teso, affascinate e tormentato, che mette assieme la magia della parola con quella del disegno e ti porta dentro una storia che si snoda tra il presente e il passato, tra l’Italia e l’Argentina, in cui dosare un lento respiro affannoso, intenso e gratificante, come quello di una maratona.
Mi ricordo la prima volta che lessi un fumetto – no, un giornalino, come li chiamavamo allora – che lo lessi veramente, con le parole dei balloon e non soltanto guardando le figure come si fa prima di imparare a leggere. Mi pare che fosse un Tiramolla. Ricordo che mio fratello mi guardava attonito stare fermo su una pagina invece di saltare trasversalmente tra le vignette. «Ma quanto ci metti?» mi disse seccato, stava aspettando che lo finissi perché poi toccava a lui. Andava ancora all’asilo e non riusciva a capire cosa mi stava succedendo, la forza di quella combinazione di suoni e di immagini stampate che mi portava in un altro mondo.
Con i fumetti è così.
Con i graphic novel è così.
È così anche con (in)certe stanze.

3 commenti:

  1. Bravissimo!!!
    Auguri e complimenti sinceri
    ad un talentoso giovane artista
    del fumetto nonchè sceneggiatore
    Un blog interessante, da non perdere!

    RispondiElimina
  2. Sono Giulia^^
    Veramente un bel blog, con bellissimi disegni, ho apprezzato sopratutto gli autoritratti ironici^^
    Spero continuerai ad aggiornarlo assiduamente(ma non ci credo molto vedendo la tua velocità con le mail :P) perchè lo trvo davvero molto interessante, mio maestro^^ A presto

    RispondiElimina
  3. Eccomi dal mio sceneggiatore preferito!
    in questo blog c'è tanta tanta... "putredine"! :)))
    Devo dire che l'impianto rispetta la tua aria "gioiosa"!!!
    A parte gli scherzi mi ha colpito molto il disegno dove ci sei tu di quinta con gli alberi piegati dal vento! A parte la composizione (alla PAz direi), il tratto è vibrante e fresco... molto bello!
    Gli altri li conoscevo + o meno tutti!
    Ma non hai messo niente del mitico Gipi?
    a presto

    RispondiElimina